Menu
Cerca
Magazine
Cerca

Sicurezza stradale all'estero: esperienze di italiani in Tunisia e in Thailandia

chaotic traffic
tahamie-farooqui / Unsplash
Scritto daFrancescail 22 Settembre 2025

La sicurezza stradale è un tema che tocca chiunque viva, o viaggi, fuori dall'Italia. Le regole ci sono, ma spesso la realtà quotidiana racconta altro. È qui che diventano preziose le testimonianze dirette degli espatriati: chi guida ogni giorno in contesti diversi offre uno sguardo concreto, fatto di dettagli e soluzioni pratiche. In questo articolo raccogliamo le voci di italiani residenti in Tunisia e in Thailandia, per capire meglio come ci si muove davvero sulle loro strade.

Guidare all'estero: oltre il codice stradale

Quando ci si mette al volante fuori dall'Italia, non basta conoscere la teoria del codice stradale locale. Ogni Paese ha abitudini, regole non scritte e condizioni infrastrutturali che incidono più delle norme stesse. Per un espatriato, imparare a leggere il traffico significa osservare, adattarsi e, spesso, accettare compromessi.

Tunisia: la quotidianità sulle strade raccontata dagli italiani

Parlare di traffico in Tunisia significa, per chi ci vive, toccare una questione che mescola abitudini radicate, controlli incerti e infrastrutture che spesso lasciano a desiderare. I racconti degli italiani residenti rendono bene la complessità del quadro.

Giorgio Trifoni, che vive a Djerba, è netto: "Il codice della strada qui in Tunisia pochi lo conoscono e ancora meno lo rispettano. La maggior parte dei conducenti guida come fa più comodo, con il beneplacito della polizia, che troppo spesso non vede o finge di non vedere. Vengono commesse infrazioni serie come andare contromano su strade ad alta densità di traffico. Non è solo un'impressione: gli incidenti, racconta, sono all'ordine del giorno", e la sua esperienza di ex vigile urbano a Roma gli fa notare ancora di più la distanza tra regola e pratica.

A Hammamet, stefaniluisa8 ha sperimentato il problema in prima persona: "Molti guidano con il telefonino in mano, se non addirittura con due. Questo ci ha procurato un incidente piuttosto serio: fermi al semaforo, un furgoncino ci è venuto addosso senza neppure frenare. Non sapevamo che dovevamo prima contattare l'assicurazione del colpevole e attendere il perito. Il carro attrezzi ci ha portato ad una carrozzeria che ha subito iniziato la riparazione e non abbiamo avuto il risarcimento". La lezione? Non basta guidare con prudenza, serve conoscere anche i meccanismi assicurativi locali.

Ancora più articolata la testimonianza di AntoTunisia, residente a Sousse, che ci parla dei problemi di viabilità sulle strade tunisine: pedoni che attraversano in diagonale guardando telefonino, motorini e auto in contromano persino in autostrada, taxi collettivi (“louage”) che corrono come fossero in gara, spesso con esiti tragici. Racconta di poliziotti fermi alle rotatorie più interessati a riscuotere tangenti da 20 dinari che a gestire la viabilità: "Se avviene un incidente o qualcuno si sente male, non intervengono perché il loro compito è presidiare la rotatoria".Cita anche i taxi con bombole di gas nel bagagliaio, che in caso di incidente possono esplodere. Eppure, conclude con una nota personale: in dieci anni e oltre 260.000 km percorsi, non ha mai avuto un incidente. "Forse la mia guida aggressiva intimorisce anche i louage", scherza.

La percezione comune resta comunque critica. riservedirupo, dopo cinque anni a Hammamet, sintetizza così: "Le strade sono un disastro, l'educazione stradale inesistente, la pavimentazione stradale priva di grip. In caso di pioggia guidare è estremamente pericoloso". Nonostante questo, aggiunge che la sua esperienza complessiva di vita in Tunisia resta positiva, segno che la consapevolezza dei rischi aiuta a gestirli.

Più ironico, subdive, che dopo aver vissuto in vari Paesi trova un paragone efficace: "In Tunisia, il traffico è meglio che al Cairo ma peggio di tante altre città. Il problema principale è il rispetto delle regole di precedenza e della cartellonistica: se ne fregano. Parcheggi in terza fila, contromano, precedenze inesistenti. Bisogna abituarsi e imparare qualche parolaccia in tunisino".

Anche Massimo53 riduce tutto a una regola implicita: "Le regole di circolazione e la segnaletica non sono prescrittive ma solo indicative. Passa chi occupa lo spazio fisico. I pedoni? Contano su Allah. Le strade sono sdrucciolevoli, i pneumatici non si consumano". E' un mix di ironia e realismo che ben fotografa lo spirito con cui molti italiani affrontano la guida locale.

Infine, altri utenti riflettono sul nodo culturale. aniroksana10 osserva: "Il problema non è solo la mancanza di regole, ma il menefreghismo diffuso, che parte dalle famiglie. I bambini non hanno modelli di riferimento: se i genitori per primi non rispettano le norme, come possono impararle?". Al che AntoTunisia ribatte che l'educazione civica esiste a scuola, ma viene spazzata via dalla società.

Il quadro che emerge è fatto di rischi concreti (veicoli contromano, infrastrutture precarie, automobilisti incauti), di una polizia percepita come poco affidabile e di una cultura della guida che privilegia convenienza e improvvisazione. Eppure, tra ironia e adattamento, molti italiani riescono a convivere con queste criticità, sviluppando prudenza, spirito di osservazione e una buona dose di resilienza.

Thailandia: tra gentilizza e infrazioni quotidiane

Guidare in Thailandia è spesso descritto come un'esperienza a metà fra ordine apparente e caos diffuso. A spiegarlo bene è FrankensThain, italiano residente fuori Bangkok, che confessa di aver fatto fatica persino a scegliere da dove cominciare: "Ogni volta che esco di casa conto decine di infrazioni".

La lista che fa è eloquente: centauri senza casco, moto che trasportano più passeggeri del previsto, veicoli in contromano, auto vecchie che andrebbero rottamate, semafori rossi ignorati. A questo si aggiungono ragazzi minorenni che guidano scooter e automobilisti che dimenticano la cintura di sicurezza. "Non è una scena isolata", racconta, "ma la normalità di tante province". Lo stesso utente sottolinea: "Esiste un modo locale di guidare che ha poco a che fare con i regolamenti stradali. È basato sulla convenienza temporale ed economica - il percorso più veloce o meno costoso per andare da A a B - condito da gentilezza e poca voglia di litigare. Usano pochissimo il clacson o i fari. Le infrazioni sono comprese e accettate. In altre parole, c'è disordine ma non aggressività, e questo rende il traffico caotico ma raramente conflittuale.

Non mancano però le differenze territoriali. "A Bangkok", spiega, "i controlli di polizia sono più frequenti e la loro efficacia si nota subito: meno infrazioni, maggiore rispetto delle regole. Lo stesso vale per alcune aree più presidiate, dove le multe e i posti di blocco hanno un effetto deterrente".

Sul fronte infrastrutturale, la Thailandia mostra un volto positivo. "Le strade", racconta, "sono generalmente ben mantenute, in costante espansione, con segnaletica che negli ultimi anni è migliorata. Eppure la sicurezza resta una preoccupazione costante. Secondo me è sempre pericoloso guidare", ammette. Un pensiero che estende anche alla sua famiglia: pur non avendo figli, confida di temere per la moglie quando esce da sola, non tanto per come guida lei, quanto per gli altri.

Alla fine, il consiglio che dà agli espatriati è pragmatico: "Fatevi trasportare. Evitate di guidare. O fate un'assicurazione che copra bene tutti i rischi". Una sintesi che restituisce il paradosso della Thailandia: strade curate, ma un rispetto delle regole ancora troppo aleatorio per chi è abituato a standard europei.

In sintesi, le esperienze raccolte mostrano due Paesi molto diversi, ma un punto comune: per gli espatriati la sicurezza stradale non è mai solo questione di regole scritte. È fatta di osservazione, pazienza e capacità di adattarsi a un modo di guidare che ha logiche proprie. Condividere testimonianze serve a ridurre l'impatto delle sorprese e a ricordare che, anche nel traffico più caotico, prudenza e consapevolezza restano gli strumenti più efficaci.

Vita quotidiana
Tunisia
Tailandia
A proposito di

Dal 2012 gestisco la community italiana di , dove accompagno quotidianamente italiani già espatriati o in procinto di trasferirsi. Rispondo alle loro domande, attraverso i forum, su temi cruciali come lavoro, alloggio, sanità, scuola, fiscalità, burocrazia e vita quotidiana all’estero. Il mio ruolo è ascoltare, orientare, condividere risorse affidabili e facilitare il contatto tra espatriati per stimolare la condivisione di esperienze. Gestisco anche la comunicazione e la traduzione di contenuti per la piattaforma. Scrivo articoli per il magazine di , affrontando tematiche fondamentali per gli italiani nel mondo come tramandare la lingua italiana ai figli nati all’estero, le relazioni interculturali e l'identità italiana nel mondo, le opportunità di studio e lavoro per i giovani italiani all’estero, l'assistenza sanitaria per gli espatriati italiani e la burocrazia italiana per chi vive all’estero (AIRE, documenti, rinnovi, ecc.). Gestisco inoltre la sezione delle guide, dove mi occupo della traduzione di contenuti dall'inglese all'italiano, e la sezione del magazine dedicata alle interviste degli italiani all'estero: una vera e propria fonte di informazioni sulla vita all’estero, dalla viva voce di chi l’ha vissuta e la racconta per aiutare altri italiani nel loro progetto di espatrio. Nel corso degli anni ho intervistato vari profili tra cui studenti, professionisti, imprenditori, pensionati, famiglie con figli, responsabili dei Centri di Cultura italiana all'estero, dirigenti delle Camere di Commercio Italiane nel mondo, e membri del Com.It.Es. Ho contribuito all'organizzazione di varie iniziative che hanno ricevuto ampia copertura da AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero), dall'agenzia giornalistica nazionale Nove Colonne, da ComunicazioneInform.it e da ItaloBlogger.com, come rappresentante degli expat italiani nel mondo. Un riconoscimento che valorizza il mio impegno nella promozione della cultura italiana e nella creazione di legami comunitari significativi.

Commenti