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Gestire la posta all'estero: esperienze di italiani in Thailandia, Germania e Tunisia

casetta della posta
Foto di Ellen Thompson su Unsplash
Scritto daFrancescail 28 Ottobre 2025

Ricevere la posta sembra un gesto scontato, finché non ci si trasferisce all'estero. Tra cassette improvvisate, caselle postali e app di tracciamento, ogni Paese ha un suo modo di gestire la corrispondenza. Lo scopri quando aspetti una lettera importante o un pacco da casa: in certi luoghi arriva puntuale, in altri serve pazienza. Abbiamo raccolto le voci di italiani che vivono in Thailandia, Germania e Tunisia, tre realtà molto diverse ma unite da una stessa domanda: come si gestisce la posta quando si vive fuori?

Thailandia: tra efficienza e buonsenso

FrankensThain vive poco fuori Bangkok, in una casa di proprietà. Per la corrispondenza utilizza una cassetta postale tradizionale, ma il rapporto con il postino è più informale di quanto ci si aspetterebbe. "C'è una certa confidenza - racconta. Quando lo vedo arrivare, e incrociamo lo sguardo, lascia la posta sul muretto, sotto il tergicristallo dell'auto o nel cestino del motorino".

Per attivare il servizio postale non ha dovuto affrontare nessuna procedura particolare, è bastato installare la cassetta fuori casa e indicare il numero civico. "Il postino conosce bene le case e le vie e recapita tutto senza problemi. È un servizio eccellente: preciso, rapido e con personale gentile. In caso di errori o consegne mancate, l'ufficio postale centrale ha sempre risolto senza difficoltà."

Secondo lui, la posta thailandese continua a funzionare bene anche nell'era digitale, soprattutto per l'invio e la ricezione di pacchi. "C'è concorrenza da parte delle aziende private di logistica, ma l'ufficio postale resta un punto di riferimento, soprattutto se si cercano costi contenuti e un servizio affidabile. Se non si hanno alternative più rapide o economiche, resta una soluzione valida."

Negli anni ha notato che la maggior parte della corrispondenza viaggia ormai via email o PEC: "Per posta ricevo davvero poco, a parte qualche pacco ordinato online da shop che si appoggiano al servizio postale".

Germania: organizzazione e tecnologia

In Germania, l'idea di disservizio postale praticamente non esiste. Supergg100, da Berlino, descrive un sistema puntuale e flessibile: "La posta ordinaria arriva a casa, ma i pacchi posso ritirarli in qualsiasi packstation DHL o Amazon. Tutto si gestisce via app, anche le mancate consegne". A colpire è anche il lato umano: personale gentile, uffici aperti fino a sera, persino il sabato. "Servizio impeccabile, veloce e cortese", riassume.

A Colonia, pjpj parla di un servizio postate preciso: "Da anni Deutsche Post è parte del gruppo DHL, e questo si riflette nella qualità del servizio", racconta. La posta ordinaria arriva ogni giorno a casa, mentre i pacchi seguono un percorso a parte, sempre sotto la gestione DHL: "Le consegne sono tracciate via email, con aggiornamenti fino a quindici minuti prima dell'arrivo. Non passa più il classico postino, ma il furgone del corriere, come per Amazon, Hermes o DPD. Quando il destinatario non è presente, il pacco non torna indietro ma viene consegnato a un vicino di casa, e viene lasciato un biglietto con il nome del custode. I corrieri sono sempre gli stessi e molto gentili. Sembrano lavorare con meno stress rispetto a quelli italiani."

La digitalizzazione ha reso tutto più semplice: anche i francobolli si comprano online sul sito ufficiale di Deutsche Post. Il servizio postale tedesco è considerato tra i più affidabili in Europa. Conclude pjpj: "Una lettera spedita sul territorio impiega raramente più di tre giorni ad arrivare. E qui si può persino votare per posta: è la prova di quanta fiducia venga riposta in questo sistema."

Tunisia: tra imprevisti e creatività

Qui il racconto cambia tono. Mauro Biazzi, a Tunisi da tredici anni, lo dice senza giri di parole: "Consegnano quando vogliono, se vogliono. Gli indirizzi? Li guardano poco". Da tempo riceve tutto via mail, l'unica certezza. C'è chi trova alternative. AntoTunisia consiglia la casella postale, "l'unico modo per non perdere corrispondenza". Anche l'Ambasciata italiana ne raccomanda l'uso. A Djerba, Giorgio Trifoni ha fatto la stessa scelta: la sua casa non ha numero civico, quindi una casella all'ufficio postale è diventata indispensabile, anche se comporta visite regolari per controllare la posta.

Ma non mancano storie di contatto umano. Aniroksana10, che vive a Hammamet, ha un rapporto quasi amichevole con il postino: "Mi conosce, mi lascia la posta sotto la porta o dall'amica del negozio. Se parto, lo avviso e lui si occupa di tutto". Racconta di un uomo gentile, che la saluta dalla moto con un "Bonjour!" urlato nel traffico. "Piccole cose che fanno sentire a casa", dice.

La rete, purtroppo, non è così efficiente dappertutto. Puggioni70, da Tabarka, spiega che "non esistono postini". Chi attende la posta deve andare di persona all'ufficio preposto e controllare ogni settimana. E poi c'è Fairplay1206, che mette in guardia anche dai corrieri: "Ho spedito documenti importanti con DHL, ma in Tunisia finiscono comunque nel circuito postale locale. Senza chiamate e controlli, si rischia di perderli". Il suo consiglio è semplice: "Meglio spendere qualcosa in più per una raccomandata".

Da queste esperienze emerge un sistema postale che varia a seconda della destinazione di espatrio, tra efficienza e digitalizzazione, inventiva e un tocco di umanità che non guasta mai.

Vita quotidiana
A proposito di

Dal 2012 gestisco la community italiana di ½ûÂþÌìÌÃ, dove accompagno quotidianamente italiani già espatriati o in procinto di trasferirsi. Rispondo alle loro domande, attraverso i forum, su temi cruciali come lavoro, alloggio, sanità, scuola, fiscalità, burocrazia e vita quotidiana all’estero. Il mio ruolo è ascoltare, orientare, condividere risorse affidabili e facilitare il contatto tra espatriati per stimolare la condivisione di esperienze. Gestisco anche la comunicazione e la traduzione di contenuti per la piattaforma. Scrivo articoli per il magazine di ½ûÂþÌìÌÃ, affrontando tematiche fondamentali per gli italiani nel mondo come tramandare la lingua italiana ai figli nati all’estero, le relazioni interculturali e l'identità italiana nel mondo, le opportunità di studio e lavoro per i giovani italiani all’estero, l'assistenza sanitaria per gli espatriati italiani e la burocrazia italiana per chi vive all’estero (AIRE, documenti, rinnovi, ecc.). Gestisco inoltre la sezione delle guide, dove mi occupo della traduzione di contenuti dall'inglese all'italiano, e la sezione del magazine dedicata alle interviste degli italiani all'estero: una vera e propria fonte di informazioni sulla vita all’estero, dalla viva voce di chi l’ha vissuta e la racconta per aiutare altri italiani nel loro progetto di espatrio. Nel corso degli anni ho intervistato vari profili tra cui studenti, professionisti, imprenditori, pensionati, famiglie con figli, responsabili dei Centri di Cultura italiana all'estero, dirigenti delle Camere di Commercio Italiane nel mondo, e membri del Com.It.Es. Ho contribuito all'organizzazione di varie iniziative che hanno ricevuto ampia copertura da AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero), dall'agenzia giornalistica nazionale Nove Colonne, da ComunicazioneInform.it e da ItaloBlogger.com, come rappresentante degli expat italiani nel mondo. Un riconoscimento che valorizza il mio impegno nella promozione della cultura italiana e nella creazione di legami comunitari significativi.

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