
Hai deciso: vai in pensione all'estero. Che si tratti di un trasferimento definitivo o di un soggiorno di qualche anno, è fondamentale prepararsi per bene. Quando è il momento giusto per iniziare a pianificare? Quali tappe seguire per approfittare al meglio della nuova vita oltre confine?
Iniziare a pianificare a 30 anni
Secondo gli esperti, iniziare a pensare alla pensione all'estero a 30 anni è la strategia più efficace per costruire un progetto solido. Con più tempo a disposizione, è possibile approfondire i diversi sistemi previdenziali dei Paesi esteri, informarsi sui requisiti legali per l'accesso alla pensione e programmare ogni passo nei dettagli. Anziché dover accantonare cifre importanti negli ultimi anni di carriera, si può risparmiare meno, ma in modo costante. Inoltre, a questa età si può accedere a prodotti finanziari più vantaggiosi, tarati sulle proprie disponibilità economiche e prospettive di crescita.
Sono pochi, però, trentenni che si pongono davvero il problema della pensione. Molti sono ancora impegnati negli studi, in stage o nella ricerca di un impiego stabile. Chi ha già un lavoro potrebbe comunque non avere abbastanza margine per mettere da parte qualcosa -anche solo piccole somme. E per chi si trasferisce all'estero, attratto dal nomadismo digitale sempre più diffuso tra i giovani, la priorità spesso resta la carriera, non certo accantonare per la pensione.
Aspettare i 40 anni: un'arma a doppio taglio
Statisticamente, la quarantina è il periodo in cui si raggiunge il massimo del reddito: le entrate aumentano grazie a promozioni e in base all'anzianità, mentre alcune spese tendono a ridursi - come i mutui già in essere o i figli già inseriti nel mondo scolastico. Ma le statistiche non la dicono tutta. Per chi pianifica un pensionamento all'estero, i quarant'anni sono i “nuovi trenta”: c'è chi inizia finalmente a risparmiare, ma tanti altri non sono ancora in grado di farlo, stretti tra impegni familiari, rate e altre priorità.
Pianificare dopo i 50: possibile, ma bisogna fare scelte oculate
Nella realtà dei fatti, molti iniziare a progettare per la pensione solo quando è alle porte. In diversi Paesi, l'età pensionabile è fissata a 60 anni o più: 62 negli Stati Uniti, 64 a Singapore (dal 2026), 65 in Spagna e a Cipro, 67 in Italia e Danimarca. Tutto dipende dalla situazione personale. Hai maturato l'anzianità sul lavoro che ti dà diritto alla pensione? Conosci le regole del Paese in cui vuoi trasferirti, in particolare quelle sui permessi di soggiorno per pensionati? E se volessi continuare a lavorare anche dopo il trasferimento, il tuo status di straniero lo consentirebbe?
Pianificare la pensione all'estero, dopo i 50, è assolutamente possibile. L'importante è anticipare un'eventuale riduzione del reddito e prepararsi ad affrontare un aumento delle spese obbligatorie, come quelle sanitarie.
Ripensare il concetto stesso di pensione all'estero
Troppo spesso si affronta il tema della pensione unicamente da un punto di vista economico. E non senza motivo: per trasferirsi all'estero da pensionati serve una buona base finanziaria. Smettere di lavorare significa contare esclusivamente sulla propria pensione, che deve essere sufficiente a garantire una vita dignitosa altrove.
Ma c'è un'altra prospettiva possibile: non partire dalle finanze, bensì da una nuova definizione di “pensione”. Per molti, questo termine evoca ancora immagini negative: perdita di reddito, inattività, isolamento. E la crisi economica non ha fatto che rafforzare questa visione. Alcuni studi rivelano che la pensione genera più ansia della morte stessa. È comprensibile: se già oggi si fatica ad arrivare a fine mese, è difficile guardare al futuro con serenità.
La pensione positiva: una nuova visione della vita all'estero
E' in questo frangente che nasce il concetto di “pensione positiva”. Secondo questa visione, la pensione non è la fine di qualcosa, ma l'inizio di una nuova fase. Così come un neolaureato entra nel mondo del lavoro con entusiasmo, il pensionato può affrontare la sua “nuova carriera” con lo stesso spirito: progettare, imparare, vivere in modo attivo e consapevole.
Questo cambiamento di mentalità permette di iniziare a pianificare senza vincoli temporali rigidi. Si può cominciare in qualsiasi momento, mettendo al centro non solo il denaro, ma anche i desideri e le passioni. Cosa ti rende felice? Dove hai sempre sognato di vivere? Qual è il tuo “luogo del cuore”? In quale Paese immagini una vita più autentica?
Naturalmente bisogna restare con i piedi per terra: un progetto di vita all'estero richiede disponibilità economica. Ma una visione positiva della pensione aiuta ad accettare più facilmente eventuali compromessi. Concentrarsi su ciò che davvero conta facilità la costruzione del progetto, passo dopo passo.
Pensione all'estero: bisogna essere pragmatici
L'approccio migliore è quello di guardare agli aspetti pratici (reddito, visto, sanità, fiscalità) facendo scelte intelligenti, come scegliere un Paese dove il costo della vita sia più basso rispetto a quello di origine. È una strategia comune a tanti pensionati espatriati, che riescono così a vivere meglio con meno.
Ma attenzione ai cambiamenti normativi. La riforma fiscale varata in Thailandia nel 2024, che rende tassabili pensioni e redditi esteri, ha messo in allarme migliaia di pensionati. In Portogallo, la flat tax del 10% introdotta nel 2021 ha sostituito l'esenzione totale concessa per i primi dieci anni di residenza. Entrambi i Paesi restano, comunque, tra le mete preferite dagli espatriati. Anche che la Francia, molto amata dagli americani, sta valutando modifiche: il governo potrebbe abolire la detrazione del 10% sulle pensioni, una misura che, se inclusa nella legge di bilancio 2026, colpirebbe circa la metà dei pensionati residenti.
Per questo, è fondamentale restare aggiornati sull'evoluzione delle normative nel Paese di destinazione. Non basarti solo sul parametro del “costo della vita”. Considera tutti gli elementi che incidono sulla qualità della vita all'estero: casa, trasporti, sanità, tassazione, viaggi di ritorno. Preparati a scendere a compromessi. E soprattutto, affidati a professionisti—esperti in fiscalità estera, consulenti per l'espatrio, consulenti finanziari - per costruire un progetto sicuro, consapevole e gestibile nel tempo.