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Ambiente di lavoro a New York

The work culture in New York
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Aggiornato daFrancescail 27 Novembre 2019

La cultura del lavoro a New York può variare significativamente a seconda del tipo di struttura, della dimensione dell'azienda e del settore di attività. Ci sono, tuttavia, molte somiglianze tra la mentalità newyorkese e i metodi americani che leggerete più avanti.

Lavoro e stipendioÌýÌý

New York è una città molto competitiva e domina anche su molti settori: i newyorkesi sono drogati di lavoro. Sono sovraccarichi di diplomi e non conoscono le 35 ore a settimana. Le pause pranzo durano raramente più di 45 minuti e a volte vengono passate direttamente sul posto di lavoro.

Tuttavia, è importante notare che la cultura aziendale a New York è pensata per fare sì che le persone abbiano voglia di lavorare e di investire su loro stesse. Gli stipendi, che vengono pagati alla fine di ogni settimana e non all'inizio di ogni mese come in Europa, sono generalmente molto competitivi, con differenze grandi a seconda del settore.

Morale e produttività

Recentemente un sondaggio ha dimostrato che più del 40% delle aziende americane prevedono il Summer Friday: durante i venerdì d'estate, gli impiegati possono andare via prima dal lavoro, di solito tra mezzogiorno e le 15.00, per godersi il weekend lungo. Questa pratica, che si inserisce nella filosofia del lavorare meglio anziché lavorare di più, solleva il morale dei lavoratori e, di conseguenza, aumenta anche la loro produttività.

Anche la fiducia è un altro elemento importante nella mentalità delle aziende di New York. Permette di lavorare in una atmosfera positiva, di soddisfare maggiormente le richieste degli impiegati e, di conseguenza, anche la loro produttività. La parola di un impiegato assente, malato o di chi se ne va via prima, non sarà mai messa in discussione: il datore di lavoro parte dal presupposto che gli venga detta la verità.

Relazioni umane

Generalmente, la relazione datore di lavoro-lavoratore è piuttosto rilassata e meno formale rispetto ad altri paesi europei. Lo stesso vale per le relazioni tra colleghi: durante tutto l'arco dell'anno vengono organizzate molte attività per facilitare la costruzione del gruppo. L'obiettivo è quello di migliorare la coesione del gruppo e di costruire buone relazioni in un ambiente piacevole.

In ogni caso, nonostante il lato rilassato delle relazioni sul lavoro, ci sono cose con le quali non si può davvero scherzare. Parliamo, ad esempio, delle molestie, sessuali o psicologiche, che possono portare alla sospensione. I programmi di esercizio esistono per prevenire questo tipo di comportamenti dall'avere luogo sul posto di lavoro. Inoltre, nello stato di New York, ogni datore di lavoro è legalmente obbligato a fornire questo tipo di esercizi ai propri impiegati almeno una volta all'anno.

Dress-code

Ad eccezione del lavori di servizio o dei negozi che richiedono una uniforme, il dress-code può cambiare di molto da un'azienda all'altra. Gli impiegati in uffici di grandi aziende o banche, che solitamente sono situate a Midtown o nel Distretto Finanziario, devono indossare abiti classici; abiti per gli uomini e tailleur per le donne.

Dall'altro lato, coloro che lavorano in aziende più piccole o in settori come quello della tecnologia, dove l'atmosfera è più giovane e rilassata, possono andare a lavorare in jeans e scarpe da ginnastica senza nessun problema, anche durante le conferenze.

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A proposito di

Dal 2012 gestisco la community italiana di ½ûÂþÌìÌÃ, dove accompagno quotidianamente italiani già espatriati o in procinto di trasferirsi. Rispondo alle loro domande, attraverso i forum, su temi cruciali come lavoro, alloggio, sanità, scuola, fiscalità, burocrazia e vita quotidiana all’estero. Il mio ruolo è ascoltare, orientare, condividere risorse affidabili e facilitare il contatto tra espatriati per stimolare la condivisione di esperienze. Gestisco anche la comunicazione e la traduzione di contenuti per la piattaforma. Scrivo articoli per il magazine di ½ûÂþÌìÌÃ, affrontando tematiche fondamentali per gli italiani nel mondo come tramandare la lingua italiana ai figli nati all’estero, le relazioni interculturali e l'identità italiana nel mondo, le opportunità di studio e lavoro per i giovani italiani all’estero, l'assistenza sanitaria per gli espatriati italiani e la burocrazia italiana per chi vive all’estero (AIRE, documenti, rinnovi, ecc.). Gestisco inoltre la sezione delle guide, dove mi occupo della traduzione di contenuti dall'inglese all'italiano, e la sezione del magazine dedicata alle interviste degli italiani all'estero: una vera e propria fonte di informazioni sulla vita all’estero, dalla viva voce di chi l’ha vissuta e la racconta per aiutare altri italiani nel loro progetto di espatrio. Nel corso degli anni ho intervistato vari profili tra cui studenti, professionisti, imprenditori, pensionati, famiglie con figli, responsabili dei Centri di Cultura italiana all'estero, dirigenti delle Camere di Commercio Italiane nel mondo, e membri del Com.It.Es. Ho contribuito all'organizzazione di varie iniziative che hanno ricevuto ampia copertura da AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero), dall'agenzia giornalistica nazionale Nove Colonne, da ComunicazioneInform.it e da ItaloBlogger.com, come rappresentante degli expat italiani nel mondo. Un riconoscimento che valorizza il mio impegno nella promozione della cultura italiana e nella creazione di legami comunitari significativi.

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