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Corrette abitudini professionali in Cile

Francesca

Buongiorno a tutti,

Un comportamento professionale in ambito lavorativo aiuta ad accrescere la nostra credibilità ed evitare passi falsi.

Ogni paese ha i suoi codici: in base alla tua esperienza qual è l’atteggiamento più giusto per stabilire delle buone relazioni in ambito professionale in Cile ?

Quali sono le regole da seguire durante una riunione: come rivolgersi all’interlocutore, il modo più efficace di negoziare…

Quale atteggiamento adottare sul posto di lavoro per ben rapportarsi a colleghi e superiori ?

Grazie per consigliarci sulle corrette abitudini da seguire per una buona integrazione professionale in Cile.

Un saluto,

Francesca

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Come premessa posso dire che un italiano in Cile viene accolto con un sentimento di simpatia e interesse.
I cileni mediamente ammirano l'Italia per la sua storia e le sue bellezze, lo stile e il buon gusto.
Non sempre ci ammirano per la nostra professionalità: abbiamo la fama di essere troppo "creativi", amanti della vita (e non sempre del lavoro) e di non rispettare le regole.
Per questo é importante, soprattutto all'inizio, mostrarsi estremamente diligenti, puntuali, rispettosi degli impegni e delle scadenze.
I cileni sono in generale molto formali e riservati: non é immediato riuscire ad instaurare una relazione diretta e aperta. All'inizio é importante rispettare la forma, ad esempio nel modo di salutare all'inizio e alla fine di un e-mail di lavoro.
Suggerisco in presenza di cileni di non lanciarsi mai in paragoni o giudizi sul Cile, salvo che non si voglia esprimere un elogio a 360°. Il cileno medio infatti non sopporta che uno straniero critichi o giudichi il suo paese: c'é un profondo patriottismo e orgoglio nazionale.
Per  il resto nei rapporti si ottiene molto di piú mostrandosi aperti, collaborativi, sorridenti e allegri. I cileni sono diligenti e rispettano le regole in modo a volte un po' rigido. Se di fronte a una posizione "rigida" si imposta il rapporto su un registro esigente di "ottenere quello che mi spetta" o quello "che chiaramente appare di buon senso"... si finisce per non ottenere quasi nulla. Il cileno si schermerá con la norma e non da lí non si muoverá. Meglio mettersi dalla sua parte, spiegare la propria posizione e chiedergli se puó aiutarci: si fará in quattro per farlo (magari non ci riuscirá ma almeno il rapporto prosegue su un tono molto positivo).
Per chi lavora in posizione dirigenziale bisogna tenere presente che mediamente i collaboratori, per rispetto formale, non ti diranno mai: "non é cosí, ti stai sbagliando". Ti diranno sempre sí. Bisogna sviluppare la capacitá di leggere dietro gli sguardi, i silenzi, le reazioni, per stimolare un dialogo franco.
Se sul lavoro si riesce ad instaurare un clima professionale ed esigente ma anche allegro e divertente... i cileni ti ameranno, perché per loro é molto difficile riuscirci. Generalmente uniscono alla professionalitá molta serietá e grigiore.
Insomma le differenze rispetto all'Italia sono evidenti e richiedono un po' di sforzo... ma é il bello della sfida di lavorare all'estero.