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Partorire all'estero: consigli per mamme espatriate

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Satura_ / Envato Elements
Scritto daHelena Delbecqil 22 Luglio 2025

Partorire è una delle esperienze più intense nella vita di una donna. Farlo all'estero amplifica le emozioni legate a un momento già di per sé unico. Significa prepararsi al parto in una lingua diversa, adattarsi a pratiche mediche e a cure postnatali diverse da quelle conosciute. Partorire all'estero mette alla prova, soprattutto quando si è alle prime armi come genitori. Come affrontare questo passaggio in un contesto che non è familiare? E su cosa conviene davvero concentrarsi?

Partorire all'estero: tra necessità e scelta consapevole

Sempre più famiglie espatriate si trovano a vivere l'esperienza del parto all'estero. Secondo i dati del Ministero francese dell'Europa e degli Affari Esteri, sono oltre 65.000 le nascite di bambini francesi all'estero trascritte nei registri consolari, un numero in costante crescita negli ultimi anni.

Nonostante ciò, l'idea di partorire all'estero continua a generare incertezza e timori, come emerge da forum e testimonianze dirette. Una scrive: "È davvero difficile essere lontana dai miei genitori e dalla mia cultura. Mi dispiace che mia madre non sia qui per i primi giorni, per le tappe importanti. In generale, credo che noi espatriati affrontiamo molte più difficoltà quando viviamo una gravidanza lontano da casa".

Accanto a chi partorisce all'estero per scelta, c'è anche chi lo fa per necessità. Alcune famiglie decidono di recarsi in un Paese terzo proprio per dare alla luce il loro bambino. In nazioni come gli Stati Uniti o il Canada, questa motivazione è spesso legata al desiderio di garantire al neonato la cittadinanza per nascita, o di accedere a cure ostetriche di livello più alto rispetto a quelle disponibili nel proprio Paese d'origine.
Uno  (National Center for Biotechnology Information) analizza proprio le motivazioni di molte donne nigeriane che scelgono il Nord America per il parto, legando la decisione a progetti di vita più ampi per il futuro del figlio.

Partorire all'estero: quali vantaggi?

Alla ricerca di cure migliori

"Negli Stati Uniti ero seguita da due o tre ostetriche e dal medico. Le tecniche usate erano molto diverse rispetto al mio Paese d'origine. Ero costantemente monitorata e mi spiegavano regolarmente a che punto fossi durante il travaglio."
(testimonianza di una donna nigeriana tratta dallo studio citato in precedenza)

Come lei, molte future mamme scelgono di partorire all'estero sperando di trovare strutture più moderne e personale medico più preparato rispetto a quello del proprio Paese. Le nazioni scandinave, ad esempio, sono spesso prese a riferimento per la qualità del sistema sanitario e per le infrastrutture all'avanguardia dedicate alla maternità.

Copertura delle spese legate alla gravidanza e al parto

In alcuni Paesi, il parto e le cure pre e postnatali sono coperti dal sistema sanitario pubblico, rappresentando un vantaggio non da poco.

Una , ad esempio, ha raccontato di essere rimasta piacevolmente colpita dalla qualità e dalla frequenza delle visite ricevute dall'ostetrica, tutte coperte dalla sua assicurazione sanitaria locale.

In, infatti, dopo la nascita, le donne possono ricevere fino a due visite al giorno da parte dell'ostetrica, fino all'undicesimo giorno dopo il parto. È anche possibile prolungare il supporto fino a dodici settimane, con incontri regolari e consulenze personalizzate. Il tutto senza dover ricorrere a un'assicurazione privata o a una mutua: si tratta di servizi interamente coperti dalla previdenza sociale.

Pratiche più rispettose e meno medicalizzate

In alcuni Paesi il parto è gestito con un approccio meno medicalizzato e più fisiologico. Nei Paesi Bassi, ad esempio, solo una donna su cinque ricorre all'epidurale, mentre in Francia la percentuale supera l'82%. Anche il parto in casa è ancora diffuso: riguarda circa una donna su sei.

Molto dipende dalle pratiche adottate nel Paese in cui si vive. In alcuni contesti le neomamme devono affrontare molte difficoltà.

Le difficoltà da considerare quando si partorisce all'estero

La barriera linguistica e quella culturale

Sophie, un'espatriata francese, ci ha raccontato la sua esperienza con i corsi di preparazione al parto appena arrivata in Germania, quando conosceva ancora pochissime parole di tedesco. Ha dovuto imparare in fretta il vocabolario medico di base e cavarsela come poteva. Uno stress non da poco, soprattutto perchè aveva la sensazione di non capire le informazioni più importanti.

Dopo la nascita, le differenze culturali si fanno sentire ancora di più. In Francia, ad esempio, tornare al lavoro subito dopo la maternità è normale. In Germania, invece, una donna che lascia il neonato al nido dopo pochi mesi dalla nascita rischia ancora di essere vista come una “cattiva madre” (Rabenmutter).

Differenze nei protocolli medici

Anche questo può diventare motivo di stress. Dopo aver imparato con fatica il vocabolario legato alla maternità, bisogna comunque orientarsi in protocolli sanitari che variano da un Paese all'altro.

Il numero di ecografie previste durante la gravidanza cambia a seconda del sistema sanitario, così come l'accesso ad alcuni test di screening: in certi Paesi sono obbligatori, altrove sono lasciati alla decisione della paziente. Anche il ricorso al parto cesareo o all'episiotomia varia molto in base alle pratiche mediche locali.

La distanza dalla famiglia

Il post parto è già di per sé un periodo carico di emozioni. Senza il supporto dei familiari, molte espatriate si sentono sopraffatte, sole di fronte all'impegno costante richiesto da un neonato." I miei genitori sono venuti a trovarmi per due settimane subito dopo la nascita di mio figlio, e il momento in cui sono ripartiti è stato un incubo. E' stato davvero difficile gestire tutto da sola (il mio compagno aveva pochissimi giorni di permesso). Alla fine ho aspettato che il bambino facesse i vaccini previsti nei primi due mesi e poi ho trascorso il resto del congedo di maternità in Spagna, con la mia famiglia".
(testimonianza di una)

Consigli per affrontare il parto all'estero con serenità

Scegliere la struttura giusta

Valutare la qualità degli ospedali o delle cliniche disponibili nella zona in cui vivi è fondamentale. Se puoi, visita la struttura in anticipo. Molti ospedali organizzano incontri di orientamento che permettono di vedere i reparti e fare domande direttamente al personale.
Verifica anche la presenza di un reparto di neonatologia.

Una volta scelta la struttura, di solito viene fissato un appuntamento prima del parto per le formalità amministrative: molto meglio farlo prima, piuttosto che in sala travaglio.
È anche possibile compilare un documento dove puoi indicare le tue preferenze per il parto: epidurale, presenza del partner in sala parto, il tipo di parto che preferisci.

Valutare in anticipo i costi e la copertura sanitaria del neonato

Oltre alle spese per la gravidanza e il parto, è importante pensare fin da subito alla tutela sanitaria del bambino. Dopo la nascita bisogna registrare il neonato presso l'ente di assicurazione sanitaria, pubblico o privato, a seconda del sistema del Paese in cui vivi.

In Francia, ad esempio, la registrazione deve essere fatta entro 5-8 giorni dopo la dichiarazione ufficiale di nascita al Comune. Una volta registrato, il bambino viene aggiunto alla tessera sanitaria del genitore e ha diritto alle prestazioni sanitarie. Per evitare brutte sorprese, informati anche sui massimali di rimborso in caso di ricovero del neonato, sugli ospedali convenzionati e sulle eventuali formule di copertura diretta delle spese.

Registrare la nascita presso le autorità competenti

Nella maggior parte dei Paesi, i cittadini stranieri devono registrare la nascita del figlio presso l'anagrafe locale, e non direttamente presso l'ambasciata o il consolato del proprio Paese d'origine. Ad esempio, una deve registrare la nascita presso le autorità tedesche. Questo passaggio è obbligatorio, come indicato dall'Ambasciata di Francia in Germania.

Per ottenere un atto di nascita francese, i genitori devono successivamente chiedere la trascrizione dell'atto di nascita tedesco. È possibile farlo per posta o online tramite i servizi consolari francesi, senza doversi recare fisicamente in ambasciata o al consolato.

Tieni presente che i tempi per dichiarare una nascita variano a seconda del Paese, e in genere vanno dai 3 ai 30 giorni dopo il parto. Conviene contattare in anticipo la propria ambasciata o il consolato per sapere esattamente dove e come completare la procedura.

Creare una rete con altre mamme

Se ti trovi lontano dalla tua famiglia, entrare in contatto con altre mamme espatriate o del posto può essere davvero prezioso. Cerca gruppi di supporto dedicati all'allattamento, al post-parto o semplicemente alla condivisione di esperienze. In molte città si organizzano incontri o gruppi per mamme. Spesso il personale dei reparti maternità e i ginecologi mettono a disposizione queste informazioni, oppure indicano dove trovarle. Anche il sito web del Comune di residenza può rivelarsi una fonte preziosa di informazioni così come piattaforme come Facebook o forum per genitori che offrono suggerimenti utili, contatti di pediatri competenti e altri consigli.

Conoscere il quadro legale su nascita e cittadinanza

Partorendo all'estero bisogna anche informarsi bene sulle implicazioni legali, in particolare per quanto riguarda la cittadinanza del neonato. Alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, adottano il principio dello jus soli (diritto di nascita): ogni bambino nato sul territorio statunitense acquisisce automaticamente la cittadinanza americana, a prescindere dalla nazionalità dei genitori (secondo il 14° Emendamento della Costituzione). È importante essere consapevoli di eventuali conseguenze legali o fiscali correlate, soprattutto per i cittadini statunitensi.

Fonti:

Sistema sanitario
A proposito di

Titolare di una laurea del Ministero dell'Istruzione francese e di un Master II in Politica linguistica, ho avuto l'opportunità di vivere in Giappone e Cina e attualmente risiedo in Germania. Le mie attività ruotano attorno alla scrittura, all'insegnamento e alla gestione di programmi.

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